8 MARZO: PRESIDIO A BERGAMO

NON SIAMO IN VENDITA! contro utero in affitto, procreazione medicalmente assistita e il sistema che la rende necessaria

Di fronte a noi sta prendendo forma uno scenario plasmato nei laboratori
di biotecnologia dove ogni aspetto del vivente è parcellizzato da una
grammatica clinica che riduce il corpo ad un
insieme di organi da mettere a frutto. La dimensione scientifica
semplifica la vita a combinazioni di DNA da manipolare e ricombinare al
punto di cancellare il corpo di cui fanno parte.
Al corpo di una donna non si riconosce più un’interezza nella sua
esistenza ma si studiano le
possibilità produttive che quest’ultimo può offrire al fine di
riprodurle in laboratorio.
Ci si vuole appropriare della capacità procreativa delle donne,
frammentandola, con lo scopo
di penetrare questa dimensione, renderla riproducibile e di conseguenza
mercificabile.
Così la donna è lentamente digerita e il suo corpo sovraesposto al punto
di farlo sparire, dimenticare.
Non è più sufficiente parlare di violenza sulle donne unicamente nei
termini in cui lo si è fatto fino ad ora. Certamente le prevaricazioni e
le discriminazioni sono più che mai attuali, ma ora il potere si insinua
direttamente tra le trame del nostro corpo: utero in affitto,
procreazione medicalmente assistita, vendita di ovociti, bambini/e su
commissione, crioconservazione degli embrioni,
fecondazione in vitro, manipolazioni genetiche, trapianti di utero sono
solo alcuni esempi.
Nel momento in cui si palesano di fronte a noi queste possibilità,
stiamo già vivendo una realtà in cui tutto questo è possibile,
praticabile e accessibile. Una realtà in cui la donna diventa una
“surrogante”, una “fattrice”, una “donatrice di ovociti” a disposizione
del libero mercato.
Sarà possibile, e come, parlare di donne se saremo trasformate in
fattrici
a pagamento e vettrici della tecno-scienza?
Sarà possibile portare avanti dei percorsi di lotta quando avremo
assorbito la più
pervasiva delle manifestazioni di dominio, quella che inizia dalla
manipolazione microscopica delle nostre esistenze?
Non è certamente una legalizzazione di queste pratiche in difesa dei
diritti delle donne ciò che ci prefiggiamo, ma lotta e opposizione
contro le nuove derive neoliberiste.
Perché non siamo disponibili a utilizzare i nostri corpi come corridoi
in cui si realizza un
potere tecnico e scientifico. Perché non siamo merce e i nostri corpi
non sono in vendita.

VENERDI’ 8 MARZO 2019

PRESIDIO con mostra e materiale informativo

in Piazza Matteotti (Vedovella) Bergamo dalle 15 alle 20