TESTI DISTRIBUITI IN PIAZZA SABATO 20 NOVEMBRE

LA VERA EMERGENZA E’ L’ATTACCO AL VIVENTE

Da mesi le piazze italiane si riempiono di persone che si oppongono alla dittatura sanitaria in corso e alla campagna vaccinale di massa con l’imposizione del green pass. Ma come se non bastassero le continue e immancabili censure e infangamenti da parte della propaganda, ora è la possibilità stessa di manifestare un dissenso che viene attaccata, verso una realtà sterilizzata da ogni possibilità di critica e ribellione, abitata da masse tecnonarcotizzate svuotate dal senso di umanità e libertà.

I tassi pandemici vengono alzati e abbassati per meglio adattarli alle loro ragioni di natura totalitaria, dove il braccio repressivo si rinforza e non viene mai a mancare: fermi, denunce, perquisizioni, cariche della polizia e non per ultimo il divieto di manifestare se non lontano dagli occhi sensibili della cittadinanza corredata di lasciapassare verde.

La propaganda sanitaria martellante diffonde terrore sulla fine della copertura immunitaria da vaccino (se questa esiste) per sobillare non troppo velatamente la corsa all’ennesima dose, mantenendo alta l’ansia sociale indirizzata a rassegnarsi; nel frattempo schiaccia e reprime coloro che si oppongono a questo processo di biodigitalizzazione tecno securitario e disumanizzante. In nome di un’emergenza tutto il comparto tecno-scientifico si è trovato ad avere gli strumenti per un pieno controllo biologico del vivente verso una mappatura genetica globale in cui definire “lo stato di salute perfetto” che se da una parte evidenza la dimensione eugenetica di tali ricerche, dall’altra spinge ad un completo affidamento della nostra corporeità a tecnici-biotecnologi verso la società-clinica in cui siamo tutti malati-pazienti-soggetti da sperimentazione docilmente sottomessi e frammentati dalla digitalizzazione in ogni ambito della vita. Una scientifizzazione totalitaria che si diffonde in nome del buon senso e dell’interesse di tutti, ma che nella realtà si concretizza nella negazione della condizione umana per organismi biologici-cibernetici-cyborg come nei progetti di Cingolani, Ministro della transizione ecologica, transumanista ed ex direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia e al soldo dell’azienda delle armi Leonardo-Finmeccanica.

La direzione è chiara e presto non ci saranno più bivi in cui scegliere un’alternativa, ma solo strettoie in cui sentirsi soffocati. In altri stati (Marocco, Israele e India tra tutti), comprare da mangiare e curarsi in ospedale sono già diventati “diritti” esclusivi dei soli vaccinati e tracciati nel grande laboratorio digitale. Persone sono state lasciate morire di fame perché un algoritmo non validava la loro identità e di conseguenza negava la loro razione di alimenti. Nel flusso digitale tutto sembra perdere di valore e di concretezza, ma nei grandi laboratori di ricerca si continua a sperimentare per l’ingegnerizzazione dell’umano, una materialità che non può essere occultata, ma che, come una ferita aperta continuamente sollecitata, ci spinge alla lotta.

La grande trasformazione è globale e punta a resettare ogni cosa, noi compresi.

La realtà è stata congedata per un più accattivante show televisivo pandemico in cui appare evidente ormai che l’agognato ritorno alla normalità è lo specchietto per le allodole dei tempi moderni: con il green pass stanno strutturando il futuro dell’identità digitale di massa, con i vaccini a mRNA stanno tracciando la strada per la completa manipolazione dei corpi e della natura umana, instaurando il nuovo paradigma di controllo e gestione della vita che ben presto diventerà la norma, imponendosi come nuovo modello clinico e sociale che sempre più ci vedrà fusi con le macchine in sterili e igienizzate smart cities – progetto caro al sindaco Gori che sfruttò il periodo di massima preoccupazione e timore della bergamasca per installare antenne 5G in ogni dove (nascondendone gli atti ma che riportano in calce la sua firma). Una codifica QR del mondo che vorrebbero inglobare direttamente nei nostri corpi fondendo digitale e biologico, ingegneria sociale dei comportamenti ed ingegneria genetica della vita unite dal filo conduttore elettromagnetico del 5G e l’internet dei corpi comunicanti.

La terapia genica a mRNA rappresenta il precedente per la manipolazione genetica di massa, che passerà sotto l’orpello della salvezza collettiva, verso una società transumanista che non lascerà spazio ai ripensamenti: un quadro grondante di eugenetica e controllo securitario. Gli anziani – primi veri e propri soggetti passivi da esperimento – gli adulti e le donne incinte non sono abbastanza per completare il quadro. Ora sotto attacco sono anche i più piccoli di cui proprio l’AIFA parla di una vera e propria sperimentazione a cui bambine e bambini dovrebbero prestarsi senza troppe storie. La disumanizzazione e l’affidamento alla tecno-scienza sono stati introiettati al punto che sembra accettabile dare in pasto a Big Pharma la difesa di noi stessi, ma soprattutto dei più piccoli, sotto la logica del “male minore” e del “progresso medico”.

Ma il disastro medico a cui stiamo assistendo è sotto gli occhi di tutti: decessi, malattie, danni irreversibili da “vaccino”, per non parlare di tutti le conseguenze avverse derivanti dall’inoculazione di materiale transgenico nel corpo umano. Forse faremo la fine delle piante transgeniche F1 sterilizzate per accettare di buon grado la riproduzione artificiale dell’umano? Un disastro che porterà a corpi adattati dalla e per la tecnologia avanzata, mutilando l’esperienza stessa della nostra condizione umana verso individui aumentati da protesti tecnologiche e corretti geneticamente.

Vogliono colonizzare le nostre esistenze, dal concepimento alla predazione degli organi, consumati come merci dal complesso industriale medico.

Non chiediamo la magra carità della sopravvivenza, ma difendiamo la vita altra.